Gli esseri viventi - Jainismo

JAINISMO
JAINISMO
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Gli esseri viventi

Gli esseri viventi e l'alimentazione

L'alimentazione  dei Jain è da sempre restrittiva. I Jain, oltre a non cibarsi di alcun  animale, non si cibano neppure di tutte quelle creature vegetali  estirpando le quali si uccide l'intera pianta, come ad esempio cipolle,  patate, carote, rape, radici, bulbi.
I Jain non si cibano neppure del miele, poiché prodotto mettendo in pericolo la vita delle api.  
Inoltre  non si cibano di quei frutti - come il melograno o i kiwi - dove non  sia possibile separare dalla polpa commestibile i semi per restituirli  alla terra e permettere loro di compiere il proprio ciclo di vita, come è  doveroso fare, per i Jain, con tutti i semi di tutti i frutti.

Con  l’avvento dell’industrializzazione dello sfruttamento degli animali, e  la crudele "creazione" dell'animale-macchina ("macchina da latte",  "macchina da uova"),  poi,  i Jain si sono spinti oltre, compiendo un  passo ancor più rigoroso nella direzione della Nonviolenza pratica  quotidiana.  

I Jain hanno pubblicato nel 2001 in India  e in USA un Volume di aggiornamento dottrinale, scritto dai Jain per i  Jain, nel quale viene evidenziata la necessità di abolire il consumo di  tutti i prodotti derivanti da violenza e sfruttamenti sugli animali,  come latte, uova, formaggi, burro, latticini.

Questo  volume, THE BOOK OF COMPASSION - Reverence for all Life,  IL LIBRO DELLA  COMPASSIONE - Riverenza verso ogni Vita,  è stato tradotto da Claudia  Pastorino e Massimo Tettamanti, e pubblicato in Italia nel 2002  dall'EDITORE COSMOPOLIS col titolo IL JAINISMO, LA PIU' ANTICA DOTTRINA  DELLA NONVIOLENZA, DELLA COMPASSIONE, DELL'ECOLOGIA.


Le  già severe restrizioni alimentari prescritte dalla Dottrina dei Jain  sono state così sottoposte a una revisione critica per attualizzare  l’adesione alla Regola dell’Ahimsa nei nostri giorni. I Jain, in seguito  all'invenzione spietata dell’”animale-macchina”, hanno adottato per se  stessi regole più restrittive.  E’ così che attualmente i Jain vanno  sostituendo il latte di bovine con i numerosi latti vegetali (di soia,  avena, mandorle, riso, orzo, farro, etc.)  

Il modello Vegan auspicato dai Jain è di fatto l’unico modo per vivere pienamente la Regola d’oro dell’Ahimsa oggi.  
Attualmente   il Jainismo è l’unico ambito spirituale a suggerire l’alimentazione  Vegan quale massima espressione di una Nonviolenza quotidiana pienamente  vissuta.

"Una mucca è un animale dotato di cinque sensi (Panchendriya) che inoltre possiede una mente.
La crudeltà verso gli animali a cinque sensi è considerata il più grande peccato nelle Scritture Jain"       
Pravin K. Shah   - The Book of Compassion
Estratti  da  SAMAN SUTTAM  -  IL CANONE DEL JAINISMO, LA PIU' ANTICA DOTTRINA DELLA NONVIOLENZA
tradotto da Claudia Pastorino e Claudio Lamparelli,  Mondadori, 2001

(147)  E’ caratteristica essenziale di ogni uomo saggio che non uccida alcun  Essere Vivente.  Senza dubbio, un individuo dovrebbe comprendere  semplicemente i due principi chiamati Non-violenza ed Eguaglianza verso  qualsiasi Essere Vivente.
(148) Tutti gli Esseri Viventi vogliono  vivere e non morire; per questo le persone completamente prive di  attaccamenti (Nirgranthas) proibiscono l’uccisione degli Esseri Viventi.
(149)  In tutti i casi, sia consapevolmente che inconsapevolmente, un  individuo non dovrebbe mai uccidere gli altri Esseri Viventi -mobili o  immobili- di questo mondo, né permettere ad altri di ucciderli.
(150)  Come il dolore non ti è gradevole, ugualmente non lo è per gli altri.  Conoscendo questo principio di Eguaglianza, tratta sempre gli altri con  Rispetto e Compassione.
(151) Uccidere un Essere Vivente è come  uccidere sé stessi; mostrare compassione ad un Essere Vivente è come  mostrarla a se stessi. Colui che desidera il proprio bene, dovrebbe  evitare di causare qualsiasi tipo di danno ad un altro Essere Vivente.
(152)  L’Essere Vivente che vorresti uccidere è uguale a te stesso; l’Essere  Vivente che vuoi tenere sottomesso è uguale a te stesso.
(154)  Anche la sola intenzione di uccidere causa la schiavitù del karma, sia  che tu uccida sia che tu non uccida; dal punto di vista reale, la natura  di chi manifesta l’intenzione di uccidere è schiava del karma.
(155) Sia il non astenersi dalla violenza, che l’intenzione di commetterla, è himsa (violenza).
Anche il comportamento non costantemente vigile a causa delle passioni, equivale a  himsa.
(156)  La persona saggia è quella che lotta sempre per sradicare i suoi karma   e che non è attratta da himsa. Uno che si sforza fermamente di rimanere  non-violento è, dal punto di vista reale, ‘uno che non causa  uccisioni’.
(157) Secondo le Scritture l’individuo è sia violento  che non-violento. Quando l’individuo è attento e vigile sulla propria  condotta, è non-violento; quando si distrae, è violento.
(158) Non  esiste una montagna più alta del Meru; non esiste niente di più esteso  del cielo; ugualmente, si sa che non esiste in questo mondo una  religione più grande della Religione dell’Ahimsa.
La filosofia jainista non crede nella teoria per cui un Dio abbia  creato, mantenga o possa distruggere l’universo. Al contrario, afferma  che l’universo sia sempre esistito e sempre esisterà, in base alle leggi  del cosmo. Non esiste altro che l’infinito, sia nel passato che nel  futuro.
L’universo è costituito sia da Esseri viventi dotati di  anima, chiamati Jiva, sia da Esseri non dotati di anima, chiamati Ajiva.   
Gli esseri inanimati sono suddivisi in cinque categorie: la  Materia (Pudgala), lo Spazio (Akasha), il Mezzo del movimento  (Dharmastikaya), il Mezzo della staticità (Adharmastikaya), il Tempo  (Samaya).
Gli Esseri viventi dotati di anima, insieme alle cinque  categorie di Esseri inanimati, sono tutti aspetti della realtà, anche  conosciuti nel Jainismo come le sei realtà (o sei sostanze, o sei  entità) universali.
Queste sei entità dell’universo sono eterne e  continuamente sottoposte a innumerevoli mutamenti. Nulla si perde né si  distrugge durante questi cambiamenti, ma tutto si trasforma in altre  forme. L’universo è costituito dalla combinazione delle sei sostanze  universali; tutte loro sono indistruttibili, immortali, eterne, e  continuamente sottoposte a trasformazioni.
Gli Esseri viventi  dotati di anima (Jiva) sono di numero incalcolabile nell’universo,  numero che rimane lo stesso nell’intero universo. Le anime non possono  essere create né distrutte.
Gli Esseri viventi Jiva sono suddivisi  in due categorie principali, Anime liberate (Siddha Jiva) e Anime non  liberate (Sansari Jiva).
Le Anime liberate, non più intrappolate  nel ciclo di morti e rinascite, risiedono nella parte superiore  dell’universo, sono senza forma corporea, e possiedono la perfetta  conoscenza e la totale percezione; tutte hanno le stesse qualità e tra  loro non vi sono differenze di status.
Le Anime non liberate  possiedono limitata conoscenza, limitata visione, limitato potere; esse  possiedono un corpo (di pianta, di essere infernale, di animale, di  essere umano, o di angelo), sono intrappolate nel ciclo di morti e  rinascite a causa dei karma accumulati, e tutte loro hanno la  possibilità di liberarsi dalle continue sofferenze del ciclo  trasmigratorio delle reincarnazioni.
L’anima esiste nella terra,  nell’acqua, nell’aria, nel fuoco, negli esseri umani, negli esseri  celesti, negli esseri infernali, negli animali, nei pesci, negli  uccelli, negli insetti, nei germi, nelle piante, etc.

Gli  esseri viventi sono suddivisi nel sistema filosofico Jainista in base  al numero di sensi che posseggono, e sono classificati in due categorie,  le Anime immobili e le Anime mobili.
Le Anime immobili (Sthavar Jiva), suddivise in cinque sottogruppi, sono gli Esseri viventi dotati di un solo senso, il tatto:
Esseri viventi con il corpo fatto di terra, come il terreno, la sabbia, i minerali, etc;
Esseri viventi con il corpo fatto d’acqua, come i fiocchi di neve, il ghiaccio, la rugiada, la pioggia, etc;
Esseri viventi con il corpo fatto di fuoco, come la fiamma della candela, il fuoco, i fulmini, etc;
Esseri viventi con il corpo fatto di aria, come il vento, l’aria stessa che tutti noi respiriamo, etc;
Esseri viventi con il corpo vegetale, come gli alberi, le radici, le piante, le foglie, i frutti, l’erba, i fiori, etc.
Poiché l’acqua, le piante, e tutta la terra sono esseri viventi, noi non dovremmo mai maltrattarli.
Noi non dovremmo schiacciare o danneggiare l’erba, usare più acqua del necessario.
Noi dovremmo salvare la nostra terra e prenderci cura di essa.
Noi  non dovremmo inquinare l’aria, l’acqua, i terreni: causare danno  all’ambiente e provocare inquinamento è considerato un atto di Himsa,  violenza.
Le Anime mobili (Tras Jiva), sono classificate in Esseri viventi a due sensi, a tre sensi, a quattro sensi, a cinque sensi:
Beindriya  Jiva, gli Esseri viventi dotati di due sensi (il tatto e il gusto) come  Vermi, Molluschi delle conchiglie, Tarme, Termiti, Microbi generati da  cibo stantio, etc.
Treindriya Jiva, gli Esseri viventi dotati di tre sensi (tatto, gusto, olfatto) come Formiche, Chiocciole, Lumache, etc.
Chaurindriya  Jiva, gli Esseri viventi dotati di quattro sensi (tatto, gusto,  olfatto, vista) come Farfalle, Api, Mosche, Ragni, Grilli, Scorpioni,  Locuste, etc.
Panchendriya Jiva, gli Esseri viventi dotati di  cinque sensi (tatto, gusto, olfatto, vista, udito) come Esseri umani,  Mucche, Leoni, Pesci, Uccelli, Elefanti, Cani, Gatti, Maiali, Galline,  etc.

La crudeltà verso gli Esseri a cinque sensi è considerata il più grande peccato nelle Scritture Jainiste.
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